Da sempre l’uomo ha dovuto confrontarsi con l’ineluttabilità della sua condizione umana, ovvero la fine della propria vita, la morte.
A detta di molti esoteristi, l’ultima grande iniziazione. Guardandoci intorno la natura che da sempre ispira la nostra filosofia, ci mostra come ogni cosa inevitabilmente nasce, cresce, muore e si trasforma contribuendo alla formazione di nuova vita, (sotto diverse e svariate forme) per poi ricominciare questa infinita ruota di reincarnazioni o se preferite di ritorni.
Il confine tra l’aldiquà e l’aldilà e sempre stato il grande interrogativo e mistero irrisolto delle speculazioni umane filosofiche, esoteriche e magiche. Ogni forma di fede, di religione e di credo, fonda la propria base strutturale ed etica proprio su questo punto: “questa vita serve da preludio per la vera vita che è al di là della morte”, dicendo in maniera più o meno uguale, che in base a come ci comportiamo, ed a come agiamo e a come ci prepariamo, vivremo più o meno bene la nostra seconda vera vita, nel mondo dei più, o nella condizione umana del nostro ritorno su questo piano di esistenza.
La dimensione dell’aldilà, del mondo degli spiriti, dei campi elisi, etc etc, non era alla portata dei comuni sensi degli uomini, tranne che in particolari condizioni, come specifiche date astronomiche o particolari riti dove i veli che le separano potevano essere aperti e si poteva allora comunicare con chi non cera più. Questo potere, di comunicazione e mediazione con l’invisibile era caratteristica sin dall’antichità, di sciamani, stregoni, oracoli e praticanti della necromanzia (l’arte di evocare gli spiriti) presso i Sumeri, gli Egizi , i Greci e i Romani .
Così l’origine del termine “medium” dal latino, medium – “mezzo – strumento” stava ad indicare chi per propria natura o per particolari tecniche aveva la capacità di divenire mezzo con cui gli spiriti o le divinità potevano parlare con i viventi per comunicare il proprio volere o rispondere alle loro domande.
Questo avveniva solitamente, attraverso l’induzione di quello stato comunemente chiamato trance, termine che indica un particolare stato confusionale e di astrazione dal mondo circostante che deriverebbe dal francese antico “transe” (“paura del male”) e a sua volta dal latino transīre (“attraversare”, “passare”), proprio per la capacità psichica e spirituale di passare oltre alla normale condizione umana e poter accedere a quella diversa dimensione chiamata degli spiriti.
Questa particolare e alterata condizione avveniva spontaneamente o attraverso l’uso di mezzi quali la musica spesso seguita da danze frenetiche, o tramite l’assunzione di particolari sostanze quali alcool e droghe, cosi da indebolire temporaneamente quello che oggi chiamiamo “Io”, al fine di cedere volontariamente il controllo del cervello e quindi di tutto il corpo ad altre entità che hanno così modo di manifestarsi attraverso il medium.
Tutto questo in principio era una funzione pubblica, gli oracoli e i necromanti avevano una funzione istituzionale e necessaria allo stato e alla popolazione. Figure e pratiche che vennero poi abolite con l’arrivo e l’affermazione delle religioni monoteistiche, che cercarono di eliminare la possibilità di comunicazione diretta con il divino e gli spiriti per non perdere l’egemonia dell’interpretazione del giusto e sbagliato.
Ma quest’arte non è mai del tutto scomparsa, ma si e semplicemente spostata da funzione pubblica e alla luce del sole a misteriosa e nascosta pratica celata all’interno di gruppi, o di singoli studiosi e appassionati.
La dimensione dello spirito viene relegata come pratica di magia nera, proibita e bollata come espressione di un potere malefico contrario all’etica religiosa. Spiritismo Moderno Nel corso dei secoli, l’interesse per la comunicazione con gli spiriti non si è spenta, esattamente come la fiamma che si conserva silente sotto la brace, ha continuato a infiammare l’animo di studiosi e letterati.
Tra la fine del 1800 e primi decenni del Novecento si assiste al delinearsi di una nuova dimensione del pensiero dell’Occidente. Vengono rifiutati, in maniera radicale, tutti quei fondamenti che avevano caratterizzato l’età del Positivismo, vengono meno le convinzioni religiose e teologiche già messe in discussione nei secoli precedenti con l’avvento dell’Illuminismo.
Le scoperte che avevano caratterizzato la rivoluzione scientifica del XVII secolo entrano in crisi a seguito delle innovazioni realizzate alla fine del 1800: si aveva la convinzione che ogni frontiera fosse stata superata e che ben poco rimanesse da scoprire. Le nuove teorie elaborate all’inizio del XX secolo sia in campo teorico che sperimentale, così come nel campo della letteratura e dell’arte, aprirono nuovi orizzonti facendo calare un velo d’ombra su gran parte di quello in cui si era creduto fino ad allora.
Albert Einstein elaborò il concetto di relatività “speciale” (1905) e “generale” (1916) tramite il quale asserì che spazio, tempo e velocità sono concetti relativi e non più assoluti, rovesciando cosi le concezioni newtoniane della fisica classica. Gli scienziati si resero conto che non era più possibile parlare di una scienza universale che fosse in grado di fornire tutte le risposte, tanto meno a quelle riguardanti l’uomo. Gli elementi razionali tanto esaltati dal Positivismo vennero accantonati a favore di un accostamento più irrazionale all’interiorità umana. Nella nuova cultura la realtà viene reinterpretata: spirito, intuizione, volontà si contrapposero alle leggi meccaniche della materia.
Anche l’interiorità umana venne messa in discussione dalle nuove teorie psicanalitiche di Freud che, con la scoperta dell’inconscio (da lui definito “Un insieme di pulsioni inconsapevoli ed irrazionali, ma capaci di influenzare la vita cosciente”) gettò una nuova luce sull’uomo e la sua interiorità. L’uomo si sentì improvvisamente impotente nei confronti dell’esistenza e del mondo.
È in questo contesto che riemerse e fiorì una nuova concezione di “spiritualismo”: lo Spiritismo, destinata ad influenzare anche alcuni autori della letteratura del ‘900. Per meglio comprendere il fenomeno dobbiamo fare un passo indietro. Già eminenti autori del passato hanno scritto e attinto da queste possibilità per le loro opere, siano esse poemi epici, romanzi o poesie. Omero narra la discesa di Odisseo nell’Ade allo scopo di parlare con Tiresia (l’indovino accecato da Era e dotato del dono della veggenza da Zeus), che lo informa delle tribolazioni che dovrà affrontare prima di ritornare a Itaca (Omero, Odissea, XI, 152-207).
Nella Bibbia, e più precisamente nel capitolo 28 del primo libro di Samuele, si racconta di come Re Saul, dopo aver cacciato tutti i Negromanti, si rechi dalla strega di Endor per evocare lo spirito del profeta Samuele. La storia e la letteratura di ogni tempo, e non solo occidentale, narrano di colloqui, apparizioni, contatti con il mondo dei trapassati. In pieno Positivismo questi fenomeni non si attenuarono affatto, anzi fu proprio verso la metà del 1800 che lo spiritismo trovò il terreno più fertile.
Nacquero infatti negli Stati Uniti e nella civilissima Europa (Francia, Germania, Inghilterra e Italia) numerosi circoli esoterici a carattere spiritistico. Nello Stato di New York, nel piccolo paese Hydesville, nel 1848 le sorelle Fox “inventarono” lo spiritismo moderno. A Parigi Allan Kardec (pseudonimo di Léon Denizard Rivail) incuriosito dai fenomeni medianici cercò di studiarne in modo sistematico il funzionamento, arrivando a scrivere quello che verrà considerato il testo base dello spiritismo: Il Libro degli Spiriti. In questo testo da credito definitivamente al termine di medium come oggi lo conosciamo, intermediario tra gli spiriti e gli uomini, attraverso la capacità medianica per lui presente in ogni uomo, in gradi e modi differenti.
Nel suo secondo libro, “il Libro dei medium” egli da una definizione dei diversi fenomeni medianici e dei diversi tipi di medium. Sempre nella seconda metà del 1800 fece la sua comparsa, prima in Europa e poi negli Stati Uniti, un personaggio destinato a influenzare con le sue teorie spiritualistiche, personaggi del mondo della letteratura e della politica (tra i quali citiamo Giuseppe Mazzini e Garibaldi); si tratta di Helena Petrovna von Hahn (1831-1891), meglio nota come Madame Blavatsky e la sua Teosofia, basata sui contatti spiritici di quelli che chiama Maestri invisibili.
Sempre negli stessi anni, precisamente nel 1848, negli Stati Uniti fece grande clamore il controverso caso delle Sorelle Fox, con le quali iniziò la storia del movimento spiritualista moderno in ambito anglosassone, e che raggiunse il proprio periodo di maggiore fioritura e popolarità tra la metà del XIX e la metà del XX secolo.
Sebbene non più popolari e in vista come un tempo, chiese spiritiste sono ancora oggi attive nel Regno Unito e negli altri paesi anglosassoni.
Dalla trance al channeling.
La canalizzazione, o in inglese channeling (sostantivato in «condotto») è un termine nato in seno alla cultura New Age, e a nostro giudizio si dubbia validità, per riferirsi ad un nuovo metodo di comunicazione spiritica molto più semplice con presunte entità di un’altra dimensione, generalmente un angelo, un maestro misterioso o qualche spirito di qualche piano astrale, fino a entità che si presentano come divinità o intelligenze extraterrestri.
Rispetto alla medianità e allo spiritismo ottocenteschi, o alle pratiche necromantiche il fenomeno del channeling si distingue per la generale semplicità con cui ci si dovrebbe mettere in contatto con queste entità e la completa o quasi assenza dei comportamenti tipici dello stato di trance profonda del medium. Molti canalizzatori arrivano a sostenere di mantenere il proprio stato di coscienza vigile (o in alcuni casi una forma intermedia) mentre ricevono tali presunti messaggi, potendoli così vagliare ed eventualmente filtrare preventivamente. Si instaurerebbe così a volte, sempre a loro dire, una sorta di “trattativa” interiore con l’entità che starebbero canalizzando, e ciò ad esempio riguardo all’opportunità di trasmettere un dato contenuto.


