Skip to content Skip to footer

Oggetti Magici in Harry Potter parte 2

Gli Horcrux

Un Horcrux è un oggetto che contiene un frammento dell’anima del suo creatore. Lo scopo principale che spinge a ricorrere a questo espediente è vincere la morte, in quanto, anche se si viene colpiti mortalmente, la parte di anima contenuta nell’Horcrux garantisce di sopravvivere in una forma di semi-vita spirituale, dalla quale si può tornare in pieno possesso del proprio corpo e delle proprie forze grazie all’aiuto di particolari sostanze, incantesimi o pozioni. Si tratta quasi certamente della magia più oscura mai creata, in quanto per creare un Horcrux è necessario compiere un incantesimo estremamente complicato che richiede che l’anima sia stata precedentemente scissa, e l’unico modo che una persona ha per dividere la propria anima è commettere il gesto più malvagio possibile, cioè un omicidio.

Girovagando per le varie tradizioni magiche, per trovare un simile corrispettivo, dobbiamo introdurci nelle pratiche Afro/Haitiane del Voodou.
Esiste infatti al’interno di questa credenza un oggetto (un vaso) chiamato “petit tetè” o piccola testa, in grado di attirare e conservare parte dell’anima della persona colpita dall’incanto, per poter trasformare la vittima in zombie o al contrario per evitare che qualche mago malvagio se ne impadronisca per lo stesso motivo.


Il Diario di Tom Riddle

Tom Riddle, il futuro Voldemort, creò il suo primo Horcrux durante il quinto anno a Hogwarts, usando il
suo diario di allora. Lucius Malfoy nasconde il diario tra i libri scolastici di Ginny Weasley, la quale
incautamente vi scrive sopra e trova un interlocutore che progressivamente inizi a possederla e ad
assorbirle la vita. Tramite Ginny il diario riesce a riaprire la camera dei segreti, ma viene infine distrutto
da Harry pugnalandolo con una zanna avvelenata del Basilisco.


Grimori e libri Magici

Tutti gli studiosi e ricercatori delle arti magiche, sanno benissimo cosa sia un grimori, basta iniziare a leggere qualche buon volume di incantesimi per trovarne sicuramente citazioni e liste.
Un grimorio è un libro di magia. I libri di questo genere vennero scritti in gran parte tra la fine del Medioevo e l’inizio del XVIII secolo. Contenevano soprattutto corrispondenze astrologiche, liste di angeli e demoni, istruzioni per creare incantesimi, preparare medicine e pozioni, invocare entità sopranaturali e fabbricare talismani.

Alcuni dei più famosi e spesso citati Grimori sono:

  • Liber Aneguemis
  • Albanum Maleficarum
  • Il Heptameron, di Pietro d’Abano
  • La magia sacra di Abramelin il mago
  • Antipalus Maleficorum Comprehensus, di Johannes Trithemius
  • Liber Juratus Honorii, o Libro di Honorius
  • La gallina nera
  • Chiave di Salomone
  • Piccola Chiave di Salomone
  • Il grande grimorio
  • Picatrix
  • Corpus hermeticum


Ma esistono testi più simili al fantasioso diario di Tom Riddle, come quello narrato nelle favolette delle cronache dell’inquisizione, dove si credeva che uno stregone e una strega nel momento in cui giuravano sottomissione al diavolo “cristiano” venivano dotati di un libro magico, indistruttibile dotato di poteri magici e dentro in quale potevano trovare ogni genere di formula e incantesimo. Sicuramente i maghi cerimonialisti, conosceranno libri e grimori simili al “libro delle Ombre del 1573” dove grazie a particolari cerimonie magiche le entità evocate dal libro, ne ripongono all’interno la propria firma, rendendolo un vero e proprio strumento magico.


Calderone

Oltre alla bacchetta, protagonista assoluto di molte lezioni tenute al castello di Hogwarst è senza dubbio Il calderone (cauldron) è una grossa pentola usata per preparare le pozioni.
Ne esistono di molteplici dimensioni e materiali, i più comuni dei quali sono di peltro e ferro. A causa della loro mole spesso ingombrante, i calderoni sono solitamente stregati per pesare di meno o ripiegarsi per occupare meno spazio quando non in uso. Per le lezioni di Pozioni, agli studenti di Hogwarts viene chiesto di procurarsi un semplice calderone in peltro di misura standard 2. Ne Il calice di fuoco Percy
Weasly avvia un’inchiesta ministeriale sullo spessore del fondo dei calderoni importati dall’estero, giudicato troppo esiguo e a rischio di perdite.
A prima vista un Calderone può sembrare una semplice enorme pentola, ma nelle mani giuste può divenire uno strumento magico di enorme potere.
Al suo interno possono essere preparate Pozioni, predire il futuro, o far apparire cibarie per un numero illimitato di persone, garantire la forza e infondere saggezza e sapienza. I Calderoni possono essere di dimensioni e materiali differenti, quali bronzo, rame, peltro, ferro. Nel medioevo erano praticamente il cuore pulsante di ogni attività domestica, al suo interno ci si cucinava il cibo, si lavavano i pannie si
tingevano , si preparavano i farmaci si fabbricavano saponi e candele, ci si trasportava l’acqua quanto il fuoco.
Magicamente la bocca del recipiente è vista come un varco verso l’altro mondo.
L’uso magico dei Calderoni risale ai tempi più remoti, secondo i miti Greci la Maga Medea mescolo nel suo calderone alcune parti di animali di lunga vita, per creare un filtro con cui avrebbe ridato la giovinezza all’anziano suocero.
Probabilmente il Calderone più celebre è quello delle tre streghe che aiutano il personaggio di Shakespeare, Macbeth a compiere il suo destino. Le streghe preparando un intruglio in cui cuociono scaglie di Drago, dente di Lupo, zampa di lucertola, occhio di Salamandra e altri gustosi ingredienti, preparano un Incanto per predirgli l’avvenire.


IL CALDERONE DI PWYLL

Un altro celebre Calderone era quello di Pwyll, signore dell’aldilà gallese, che garantiva l’immortalità. Alcune leggende sostengono che una volta Re Artù e i suoi cavalieri tentarono di rubarlo ; secondo altre l’eroe irlandese Bran possedeva un calderone dotato del potere di resuscitare i morti, che donò al fratellastro, re d’Irlanda. Il sovrano però corrotto da tale potere usò il recipiente fatato per crearsi un’inesauribile esercito di soldati muti, per evitare che rivelassero i segreti dell’aldilà e cosi soddisfare le sue mire di conquista.
Quando i soldati “fatati” del suo esercito morivano in battaglia, le loro membra venivano gettate nel calderone, dal quale riemergevano immediatamente integri e pronti a battersi.
Il re irlandese fu sconfitto solo quando il fratellastro Bran saltò nel calderone , sacrificando la vita per distruggere il recipiente, che non poteva accogliere esseri viventi.


IL CALDERONE DI GUNDESTRUP


Il Calderone di Gundestrup è un manufatto celtico datato alla fine del II secolo a.C., nella tarda Età del ferro, e ritrovato il 28 maggio 1891 in una torbiera dell’Himmerland, nello Jutland, nel nord della Danimarca.

E costituito da un insieme di 13 pannelli d’argento – di cui 5 rettangolari interni, 7 quadrati esterni (è andato perduto un ottavo pannello) e uno circolare che costituisce il fondo – di 42 cm di altezza, un diametro di 69 cm. e un peso di 9 chilogrammi. Conservato presso il Museo Nazionale Danese di Copenaghen. Il calderone era un oggetto rituale, il contorno interno sviluppano il mito della nascita di un dio e in quelle esterne i sacrifici che propiziano i raccolti e le nascite. In un pannello è rappresentato il dio Cernunnos, dalle corna di cervo, signore degli animali e delle forze della natura, mentre con una mano tiene il serpente dalla testa di ariete, simbolo della fertilità e con l’altra offre in dono il torquis, un collare, ornamento tipico dei nobili Celti. Accanto al dio, a sinistra, ancora un cervo e un toro, gli animali sacrificali, alla sua destra è la lupa, mangiatrice d’uomini, e poi un uomo che cavalca un delfino e animali reali e fantastici, come grifoni alati, elefanti e felini, soggetti poco frequentati dall’arte celtica e diffusi invece nell’area del mar Nero. In un’altra placca è rappresentato Taranis, il dio della ruota, che tiene in mano il suo simbolo ed ha al fianco un guerriero con un elmo munito di corna, identificato con l’eroe celta Cuchulainn, e ancora animali fantastici.


IL CALDERONE DI DAGDA

Il Calderone del Dagda, una larga pentola che non si svuota mai e che non lascia mai nessuno affamato, è uno dei quattro tesori che i Tuatha Dé Danann portano con sé in Irlanda. Quando il calderone non viene usato serve da contenitore per la Lancia di Lug, che gronda sempre sangue. Nella mitologia irlandese i Tuatha Dé Danann (cioè le Genti della dea Danu) dalle sedi antiche sul Danubio si mossero verso le ‘Isole settentrionali’, dove diventarono maestri di magia e tecnica. Al momento di invadere l’Irlanda portarono con sé dalle loro quattro capitali (Fáilias, Gorias, Finias e Murias) quattro tesori (rispettivamente la Pietra del Destino (Lia Fáil), la Lancia di Lug, la Spada di Luce (Claíomh Solais) e il Calderone del Dagda, detto anche ‘Coire Ansic’, Non-asciutto.


CONSIGLI PRATICI:
Detto anche paiolo dovrebbe essere in ferro ed avere la bocca dello stesso diametro della base, ed essere panciuto.
Le dimensioni sono variabili, ma in genere è abbastanza grande per ospitare un piccolo fuoco o per le offerte alle divinità. Può essere utilizzato per cuocere tisane e per la cucina rituale. Quando viene usato sull’altare o all’interno del cerchio magico ha un ruolo a seconda della stagione.

Per i riti primaverili può contenere le offerte per le divinità. Nel periodo invernale vi si accende dentro il fuoco.

Sede di Genova

Via E. Lomellini 49r, 16124
Genova

Sede di Torino

Via de Bernardi 15E, 10135 Torino

Seguici sui social
ADAM © 2023. Tutti i diritti riservati.
Close